46 anni di esperienza nel mondo della corsa, quasi 150.000 km percorsi in lungo e largo in giro per il mondo, tutti tracciati meticolosamente nelle mie agende sin dagli anni ’80, un taccuino pieno di appunti, un bagaglio di ricordi e di aneddoti che ancora oggi trovano valore, migliaia di persone incontrate, tanti obiettivi raggiunti e altri ancora da immaginare.
No, non è un momento “amarcord”, voglio solo condividere con voi il mio viaggio personale nel mondo della corsa, tra storia ed evoluzione, che ci porta dritti al mondo di oggi, dove lo sport, e il running in particolare, ruota intorno al concetto di urban crew, community e dove l’impatto delle nuove tecnologie incide fortemente sul risultato delle prestazioni.
Partiamo dagli inizi. Ero giovane, ero un atleta con buoni risultati. Ero spinto dalla voglia di migliorare e superare i miei limiti e in costante ricerca di nuovi stimoli. In quegli anni del mio boom atletico ho avuto il privilegio di indossare la maglia della nazionale, di prendermi le mie rivincite come atleta e come uomo, arrivando anche a ricoprire posizioni di livello, come il Responsabile dei Top Atleti della Maratona di Roma, oltre a ruoli rilevanti all’interno di aziende sportive. In prima persona ho vissuto il mondo della corsa e ho assistito alla sua evoluzione, sia dal punto di vista tecnico che culturale. Ho visto emergere nuove generazioni di corridori e ho dedicato la mia vita a trasmettere l’amore per questo sport a chiunque lo volesse.
Oggi sono un allenatore professionista e oltre ad atleti di livello che competono alle Olimpiadi, ho la responsabilità di centinaia di atleti amatori che si allenano e hanno fatto della corsa il loro leit motiv di vita, prendendo ispirazioni dalla mia esperienza e dalla passione che ogni giorno metto in quello che faccio.
Essere un allenatore mi ha permesso di crescere. Allenare non significa solo impartire tecniche di corsa; significa anche essere un mentore, un motivatore e una guida.
La mia lunga esperienza mi ha insegnato che ogni corridore è unico e ha bisogno di un approccio personalizzato. Ho avuto la fortuna di lavorare con atleti di ogni livello, dai principianti agli atleti professionisti, dai giovani atleti agli over 60, e ognuno di loro mi ha arricchito con la propria storia e le proprie sfide. Alla domanda “chi sono oggi?”, la risposta è “l’insieme di tutte le persone che ho incontrato, i luoghi che ho visitato, le emozioni che ho provato, le gare che ho vinto e soprattutto quelle che ho perso”.
Sono anche figlio di un tempo in continua evoluzione che ha visto lo jogging trasformarsi prima in footing e poi in running. Negli ultimi anni, ho notato un cambiamento significativo nel modo in cui le persone si avvicinano alla corsa.
Le urban crew e le nuove community sono emerse come spazi di socializzazione e supporto. Questi gruppi incoraggiano l’allenamento e creano anche un forte senso di appartenenza, organizzano eventi, gare e sessioni di allenamento di gruppo, creando un ambiente stimolante e inclusivo. Le stesse nuove generazioni di corridori si avvicinano a questo sport con un approccio diverso rispetto ai primi tempi. La corsa non è più vista solo come un’attività individuale, ma come un’esperienza collettiva. Pensate che all’epoca, Purosangue, nata subito dopo il 2011 da una idea in comune con il mio amico Nico Pannevis, è stata la prima urban crew di Roma e la prima community cittadina che ha avuto il suo apice il 6 ottobre 2018, con l’allenamento ancora oggi considerato il più partecipato d’Italia con 1318 persone (https://youtu.be/xdcbnY0qgxA?si=tgi9-xahpG65eRs_).
Oggi, ogni città ha il suo gruppo di giovani che si avvicina alla corsa e questo altro non è che la cartina di tornasole del momento d’oro della corsa, dove a farla da padrone è la tecnologia. Pensiamoci: quanto le nuove tecnologie (smartwatch, scarpe in carbonio, gel super nutrienti e smartphone altamente tecnologici, ecc..) hanno rivoluzionato il mondo della corsa in modi che non avremmo mai immaginato? Grazie a smartwatch e app per smartphone, i corridori hanno accesso a dati in tempo reale sulle loro prestazioni. Per non parlare degli smartphone che permettono di fare foto in alta risoluzione e riprese video degne di una troupe cinematografica. Come dimenticare, invece, mio padre, con la sua telecamera appesa al collo, stile inviato della Rai, che non perdeva occasione e non si lasciava sfuggire un attimo delle mie gare. Nei nostri giorni, invece, tutto è cambiato e la possibilità di monitorare le proprie corse e analizzare i risultati, fondamentale per ottimizzare l’allenamento, la cadenza e l’ampiezza del passo, utili a studiare i movimenti degli atleti, sono in prima fila nelle esigenze di un runner.
Quando il 5 ottobre del 2015 tagliai il traguardo dei 100.000 km si praticava un’altra corsa: non esistevano le scarpe in carbonio, che oltre a far migliorare sensibilmente i tempi, oggi consentono ad ex atleti come me di vivere una seconda vita. Queste mescole, infatti, non solo consentono di correre più veloce, ma permettono di ammortizzare meglio gli impatti, con il risultato che a fine allenamento non ci sente più rotti come una volta. Fidatevi! Non è poco.
Se è vero il principio che nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, personalmente anche io mi sono adeguato ai nuovi tempi, portandomi dietro il mio zaino di esperienza e ho integrato queste tecnologie nel mio metodo di allenamento. Utilizzare i dati per personalizzare i programmi, monitorare i progressi e fare aggiustamenti in tempo reale ha reso il mio lavoro ancora più efficace e gratificante. Oggi addirittura il portale Coach Peacking che utilizziamo per monitorare i nostri atleti di Purosangue Training, connesso ai più moderni orologi, è in grado di vibrare se il ritmo dell’atleta è diverso da quello suggerito da me.
Ho introdotto nel mio team anche nuove figure professionali come nutrizionisti, fisioterapisti e mental coach. Questo perché, sono convinto che l’approccio mentale alla preparazione atletica sia essenziale. Non basta più correre: bisogna anche prendersi cura del proprio corpo e della propria mente perché la forza mentale fa la differenza tra un corridore e un buon corridore. L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nelle performance e nel recupero. Collaboro spesso con nutrizionisti per aiutare i miei atleti a ottimizzare la loro dieta in base ai loro obiettivi. Allo stesso modo, il supporto di fisioterapisti è fondamentale per prevenire infortuni e garantire un recupero efficace.
Ad oggi ho percorso circa 138.000 Km e non manca molto a varcare la soglia dei 150.000 Km. Che corsa ci aspetta? È tempo di aggiornare il software? Io continuerò il mio viaggio verso nuovi orizzonti. Sarà un nuovo percorso, dove amplierò il mio bagaglio e acquisirò nuove competenze, consapevole di una corsa che cambia ogni decade e della sua capacità di trasformare le vite. Il mio sogno, un po’ come quello che avevo da bambino correndo su Ciuffi d’Erba (https://amzn.eu/d/8m41Mjo), è quello di trasformare questo viaggio in fonte di ispirazione per nuovi atleti, allenatori o semplicemente per tutte le nuove persone che vorranno unirsi a noi in questa straordinaria avventura.
Sportivi saluti, Coach Max
